Usare gli scarti di lavorazione della birra per la produzione degli elettrodi delle batterie al litio. L’idea geniale di un team di ricercatori del Colorado.
In questo momento vorrei essere nella geniale mente del personaggio animato di Homer Simpson. Forse lui, l’aveva già pensata!
Sta spopolando una notizia davvero “rinfrescante”; una scoperta geniale che renderà felici molti. L’argomento in questione è la birra. Ai migliori mastri birrai, unitevi, c’è motivo di festeggiare.
Da oggi, la birra sarà un nettare celestiale; dagli scarti della lavorazione si otterranno gli elettrodi per batterie al litio. Si tratta di uno studio portato avanti da alcuni ricercatori dell’Università di Colorado–Boulder. Secondo i responsabili di questa ricerca c’è la possibilità di creare elettrodi utilizzando un processo naturale. Oltre a garantire maggiore curiosità ed intelligenza; quanti saranno i benefici legati al consumo di birra?
Molti di noi già sanno che, per creare un barile di birra occorrono ben 7 barili di acqua; le acque reflue devono pertanto subire un particolare processo di filtraggio prima di essere smaltite.
Questo sottoprodotto di scarto può essere utilizzato come eccellente ed economico materiale grezzo per la produzione delle batterie. I ricercatori hanno analizzato le acque reflue e hanno scoperto che in esse, cresce e si sviluppa un particolare fungo, il Neurospora Crassa. Queste acque rappresentano l’habitat perfetto per la proliferazione di questa particolare specie. Si tratta di un fungo, in grado di ripulire il sottoprodotto di scarto e creare uno dei più efficienti elettrodi per batterie al litio di derivazione naturale.
Huggins e gli altri co-autori della straordinaria ricerca hanno già brevettato la procedura e dato vita ad un’azienda, chiamata Emergy, pronta a commercializzare gli elettrodi.
Possiamo festeggiare:il nostro consumo di birra risulterà molto più sostenibile. Alziamo i calici e brindiamo. C’è speranza per un pianeta più ricaricabile!
Classe 90, appassionata di computer fin da ragazzina, mi sono avvicinata al mondo dei PC con un meraviglioso 486. Il mio primo videogame è stato Prince of Persia, seguito da un meraviglioso Wolf3d. Oggi tra le altre cose, amo scrivere riguardo tecnologia, digitale e marketing.
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